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Siracusa e la Sicilia!

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Melody-Giorgy94
view post Posted on 5/5/2007, 15:43




Ragazzi ora vi mostro delle immagini di siracusa e di alcuni monumenti delle città + importanti della sicilia!

Siracusa:

Teatro Greco:


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Alla Grecia classica si deve la creazione del teatro: i resti dei teatri oggi visibili anche in alcune località siciliane, come Segesta, Taormina, Eraclea Minoa o Siracusa, sono i documenti di una civiltà che nell’evento teatrale ha trovato un momento singolare di espressione e di aggregazione.
La città di Atene, dove venivano rappresentate le tragedie del V sec. a.C., deve aver svolto un ruolo da maestra: è lì che si possono individuare le caratteristiche e l’ambiente originario del dramma, pur nelle difficoltà di ricostruire un’esperienza lontana 2500 anni, le cui tracce sono spesso il risultato cumulativo di cambiamenti avvenuti nel corso dei secoli.
Un’idea generale sulla struttura del teatro greco ci è suggerita sia dai ruderi che dalle testimonianze scritte, tra le quali i testi delle tragedie e delle commedie che venivano rappresentate. Così “ricucendo” le varie informazioni tratte dai reperti e dalle opere pervenute è possibile ricreare l’immagine del teatro antico, dell’atmosfera in cui si svolgevano le rappresentazioni, del pubblico che vi partecipava.
Prima di ricostruire in linee generali l’ambiente del teatro di Dioniso, situato sulle pendici meridionali dell’acropoli ad Atene, occorre precisare che le rappresentazioni, in particolare quelle che si svolgevano durante le “Dionisie urbane” all’inizio della primavera, avevano una funzione particolare, estranea all’opera teatrale dei nostri giorni. Esse erano un’occasione religiosa, civica e agonistica, finanziata dallo Stato e da facoltosi privati, ma destinata a coinvolgere l’intera collettività. Tali rappresentazioni si differenziavano forse anche dal contemporaneo teatro della Sicilia e della Magna Grecia, dove le pur precarie testimonianze sembrano indicare lo sviluppo di uno spettacolo a carattere più parodistico e popolaresco, attento alla vita comune e meno teso alle problematiche politiche e religiose del teatro ateniese.
Nei 17.000 / 20.000 spettatori che, approssimativamente, potevano occupare i posti del teatro di Dioniso si rifletteva l’eterogeneità sociale del pubblico. I posti d’onore, cioè le prime file, spettavano in omaggio a magistrati, sacerdoti, benefattori della città, ambasciatori, mentre i cittadini pagavano un modico biglietto il cui costo era a carico dello Stato per i più poveri. Potevano entrare pure i meteci, cioè i cittadini non ateniesi che godevano di alcuni diritti anche se non della piena cittadinanza; non è da escludere che tale diritto fosse esteso alle donne, mentre è certo che l’ingresso era consentito agli schiavi, il ceto più umile della società, ma solo se al seguito dei loro padroni.
L’ordine di sedili in pietra destinato al pubblico era disposto in forma di semicerchio appoggiato al pendio che scende dalla rocca dell’acropoli. Pare che le dieci tribù in cui erano formalmente suddivisi i cittadini occupassero ciascuna un proprio settore, ma poiché i settori erano tredici tale disposizione non sembra certa. È comunque probabile che ad occupare settori riservati fossero i membri del consiglio ed i giovani sottoposti all’addestramento militare.
Di fronte al théatron c’era una piattaforma circolare destinata alle danze del coro, al cui centro si trovava un altare. Forse in una fase arcaica in siffatto spazio si muovevano anche gli attori, prima che la schené, ossia una sorta di tenda-spogliatoio per cambiare costumi e maschere, divenisse vero e proprio edificio di sfondo, sostituito da strutture più solide. Così col tempo gli attori finirono per recitare in uno spazio separato dal coro fino alla costruzione nel IV sec. di un palcoscenico sopraelevato. Attraverso due corridoi tra il théatron e la schené il pubblico entrava nell’auditorium, il coro raggiungeva la piattaforma delle danze e più tardi vi passavano pure gli attori per entrare ed uscire di scena. Probabilmente c’erano altri sedili in legno situati su terrazze ed ancora varie vie di accesso, tra cui un corridoio situato ad una certa altezza da una parte all’altra dell’intera area.
In questo ambiente, più di 2000 anni fa, si svolgevano gli agoni drammatici, tra lo spirito competitivo dei poeti, l’impegno finanziario e materiale degli organizzatori, la forte religiosità della popolazione e l’interesse “panellenico” di un pubblico costituito non solo di cittadini, ma anche di gente di lingua greca proveniente da altre parti del mondo.


Palazzo Vermexio:(Monumento barocco e attuale palazzo del senato)

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Il Palazzo del Senato, sede del Municipio, occupa l'angolo N-E di piazza Duomo, in un'area di grande importanza fin dall'età greca: parti delle fondazioni ricadono sui resti di un tempio ionico della fine del VI secolo a.c. .

Commissionato nel 1629 dal Senato della città, fino ad allora ospite nel Palazzo della Camera Reginale e successivamente nel Palazzo Beneventano del Bosco, all'architetto siracusano di origine spagnola Giovanni Vermexio (a causa di ciò il palazzo è detto anche Palazzo Vermexio), fu consegnato nel 1632.

Il "quadrato" edificio si presenta con peculiari caratteristiche architettoniche dovute alla progettazione del Vermexio, caratteristiche che avranno uno straordinario riscontro in tutta l'edilizia cittadina dei secoli successivi. L'artista in questa sua opera riuscì a fondere la nobiltà delle passate civiltà con lo sfarzo spagnolo: timpani dei balconi, cornici spezzate e sporgenti, nicchie, capitelli ornati di conchiglie e maschere. Le nicchie vuote avrebbero dovuto ospitare, secondo il progetto originale dell'architetto, statue marmoree dei re di Spagna, commissionate a Gregorio Tedeschi che, a causa della morte prematura, portò a compimento solo la grande aquila a due teste coronate simbolo dell'impero spagnolo (tale statua sovrasta il balcone centrale).

Dopo il 1850 la struttura originale del palazzo è stata modificata con l'aggiunta del piano attico per l'ampliamento degli uffici del Comune.

Nelle vicende del palazzo, che non subì danni per il terremoto, va ricordata la funzione di teatro, cui venne adibita una parte del salone di rappresentanza nel 1740, successivamente rimosso (1880).

Vermexio, chiamato il lucertolone forse in riferimento al suo aspetto fisico o semplicemente perchè il nome Vermexio in spagolo significa "vermicello", firmò alcune sue opere scolpendo, in angoli più o meno in vista, una lucertola. Il palazzo in questione è stato autografato dall'artista nell'angolo sinistro (fra due stipiti) del cornicione del prospetto principale.

Palazzo Beneventano:(altro monumento barocco)

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Eretto, in origine, dalla famiglia Arezzo, fu sede della Camera della Regina, del Senato della città ed ospitò la Commenda Gerosolimitana della Famiglia Borgia. Nel 1778 l'immobile fu acquistato dal barone Guglielmo Beneventano. E’ da questo momento che comincia il rinnovamento dell’edificio che, dalla semplice ma potente struttura quattrocentesca, si trasformerà nel più rappresentativo palazzo dell’Ortigia barocca. I lavori di restauro iniziarono l'anno successivo e si protrassero per oltre un decennio. Nel 1788 si mise mano alle decorazioni e vi concorsero noti artisti: gli stucchi sono del palermitano Gregorio Lombardo(1788) mentre per gli affreschi e le pitture dei sopraporta fu chiamato Ermenegido Martorana (1789 e 1791); i cristalli furono fatti venire da Malta e da Venezia.
L'architetto che operò le trasformazioni fu Luciano Alì; nel prospetto principale fanno spicco il monolite con le armi gentilizie e l’epigrafe che ricorda la visita del Re Ferdinando di Borbone il quale il 25 aprile 1806 dimorò a palazzo (qui è stato ospite anche Orazio Nelson nel 1798 quando passò da Siracusa per fare rifornimento prima della battaglia di Abukir).
Forse il meglio del genio dell’Alì si apprezza all’interno, con i suoi giochi prospettici, nei chiaroscuri.
Per un vestibolo dalla volta decorata con uno stucco raffigurante il Belisario che chiede l’elemosina, si accede al primo cortile, dall’agile prospetto che richiama i modelli della facciata, con coppie di binati di colonne corinzie. L’effetto di profondità è maggiormente aumentato dalla sapiente distribuzione delle proporzioni dello scalone centrale e dei due fornici laterali che aumentano l’effetto scenografico e volumetrico. In alto, severi mori, muti guardiani, scrutano i visitatori.
La pavimentazione del cortile è un esempio unico in Ortigia: un bellissimo acciottolato bianco e nero disegna per terra un fantasioso tappeto di pietra.
I due piccoli vestiboli che fiancheggiano lo scalone centrale immettono nel secondo cortile nel quale spiccano la fontanella pensile figurata con mascheroni e la balaustra fiorita traforata del terrazzino. All’interno si apprezza per l'eleganza e la sobrietà la cappella con il pavimento in ceramica policroma.

Santario della madonna delle lacrime:(dove è deposta il quadro che ha lacrimato)

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È il Santuario della Madonna delle Lacrime, segno di profonda pietà e fede, eretto a ricordo del miracoloso evento che vide nel 1953, in un'umile abitazione nella non lontana via degli Orti, lacrimare una effige in gesso della Vergine Maria, posta al capezzale di due coniugi siracusani. L'evento miracoloso si ripetè dal 29 agosto al 1° settembre 1953, fra l'incredulità e lo stupore prima di pochi e poi nella generale commozione di un'immensa moltitudine di fedeli che videro umane, fragili lacrime scorrere sulle gote della sacra immagine, lacrime che, raccolte e sottoposte ad ogni tipo di analisi ed accertamenti medico-scientifici effettuati da una commissione medica nominata dalla Curia Arcivescovile di Siracusa, risultarono simili a quelle umane.

Il Santuario è un edificio straordinariamente vasto ed imponente nella sua massiccia struttura di cemento armato (22.000 quintali). La superficie totale è di mq. 4.700, con una capienza di circa 11.000 persone. È stato progettato, per la parte architettonica, da M Audrault e P. Parat di Parigi, e , per la parte strutturale, da R. Morandi di Roma.

La costruzione a pianta circolare (vanta ben 18 ingressi), dal diametro esterno di 80 metri, accoglie la chiesa inferiore o Cripta , inaugurata nell'agosto del 1968, e la chiesa superiore o Santuario, la cui base è sostenuta da 22 travi di cemento armato con un diametro interno di 71.40 metri.

All'interno della Cripta, al centro, è situato l'altare maggiore, su cui impera il quadretto della Madonnina.

Situate nelle navate laterali, fanno da cornice circolare all'altare maggiore 8 cappelle dedicate a Santa Lucia, a Sant'Agata, a San Corrado, ai SS. Pietro e Paolo, al Crocifisso, alla Santa Famiglia, a San Francesco d'Assisi, al Santissimo Sacramento. Sulle pareti centrali delle singole cappelle spiccano rappresentazioni iconografiche di raffinata bellezza dei santi su menzionati, realizzate in mosaico dalla scuola del Beato Angelico di Firenze. A destra dell'altare maggiore è possibile ammirare un ipogeo bizantino tardo medioevale.

La chiesa superiore è coperta da 22 enormi costoloni in cemento armato, disposti a raggiera e inframezzati da finestrature. Nella sommità esterna della struttura conica è situata una statua di bronzo della Madonna delle Lacrime, opera dello scultore Francesco Caldarella, circondata da una aureola ad elementi circolari e a raggiera La pavimentazione dell'immensa navata, ad intarsi di marmi bianco di Carrara, grigio Billieli e nero Tarquinia, riproduce una stella. In marmo Lasa è, invece, la pavimentazione dell'altare maggiore e del presbiterio. La mensa dell'altare, sostenuta da un'opera dello scultore G. Marchese, è in pietra di Modica.

Nel Santuario è custodito il Reliquiario, in cui sono conservati alcuni preziosi ricordi del prodigio della Lacrimazione. Realizzato su progetto di Biagio Poidimani, il Reliquiario poggia su un piede dalla base ottagonale ed è costituito da 3 piani sovrapposti.

Nel primo sono custoditi: il lembo di un panno che ricopriva il quadro, la metà di un fazzoletto bagnato dalle lacrime, la fiala in cui furono raccolte le lacrime prelevate dalla Commissione dei medici il 1° settembre 1953, alcuni batuffoli di cotone. Agli angoli le statue di S. Pietro, S. Paolo, S. Marziano e S. Lucia.
Nel secondo piano quattro pannelli ricordano il prodigio.
Nel terzo piano, custodita da quattro angeli, sta l'urna di vetro che regge una delle fialette che servirono per l'analisi microscopica. In essa si conservano, ormai cristallizzate, le lacrime.
Il Santuario è stato consacrato in occasione della visita a Siracusa (Novembre 1994) del Santo Padre: Papa Giovanni Paolo II.

Durante i lavori di costruzione del Santuario furono scoperti resti archeologici risalenti al IV° e VI° secolo a.c.

chiesa di santa Lucia:(dove è presente il quadro di Caravaggio chiamato" il seppelimento di Lucia" o qualcosa del genere)

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Edificato nella parte più alta di Ortigia, il Duomo di Siracusa sorge sui resti dell'antico tempio dorico dedicato ad Athena, fatto costruire nel V° secolo a.c. dal tiranno Gelone. Dell'antico tempio, che contava 14 colonne laterali e 6 frontali, sono ancora visibili alcune colonne del peristilio e parte dello stilobate. Alcuni preziosi reperti del tempio sono custoditi nel Museo archeologico regionale "Paolo Orsi" di Siracusa.

Diverse sono state le trasformazioni del tempio durante i secoli ed i primi cambiamenti, di cui si ha notizia, avvennero nel VII° secolo d.c., quando il vescovo Zosimo lo trasformò in basilica cristiana dedicata alla natività di Maria. Le colonne del peristilio vennero chiuse con una cinta muraria e vennero aperti in ciascun lato della cella degli archi in modo da ottenere una basilica a 3 navate con un nuovo orientamento.

Depredato dei suoi arredi sacri dagli Arabi, il Duomo subì, in epoca normanna, ulteriori trasformazioni con l'innalzamento dei muri della navata centrale e l'apertura di finestre nei muri perimetrali. Durante tale periodo il tempio raggiunse il massimo fulgore e le absidi vennero ricoperte di mosaici.

In seguito al terremoto del 1693 la Cattedrale subì profonde trasformazioni: vennero distrutte le absidi laterali, venne costruito il presbiterio al posto dell'abside centrale e la Cappella del Crocifisso (abbattendo una parte delle colonne doriche), al posto dell'abside meridionale. Ma tra le opere più significative che determinano l'attuale assetto del Duomo vi è la ricostruzione della facciata.

La facciata barocca, interamente distrutta dal terremoto, venne ricostruita tra il 1728 ed il 1753 su disegno dell'architetto trapanese Andrea Palma. Decorano il prospetto principale le statue raffiguranti la Vergine del Piliere (al centro), Santa Lucia (a destra), San Marziano (a sinistra), opere dello scultore palermitano Ignazio Marabitti (1757). Dello stesso Marabitti sono le 2 statue di San Pietro e San Paolo che affinacano la gradinata.

Dal vestibolo pregevolmente abbellito da due colonne tortili ornate, si passa all'interno diviso in tre navate. Quella centrale, coperta da un soffitto ligneo e travature del 1518 e con una pavimentazione della metà del XV° secolo, presenta all'ingresso due acquasantiere in marmo del 1802.

Lungo la navata laterale destra si aprono diverse cappelle. Tra queste da visitare vi è il Battistero , con fonte battesimale costituito da un vaso marmoreo ellenistico adorno di sette leoncini in bronzo del XIII° secolo, e la Cappella di Santa Lucia , costruita nel XVIII° secolo, che ospita un altare decorato da un paliotto argenteo di Decio Furnò (seconda metà del XVIII° secolo) sul quale è posta la nicchia che accoglie il simulacro argenteo di Santa Lucia (Padrona della città), opera del palermitano Pietro Rizzo (1599).

Più avanti vi è la Cappella del Sacramento voluta, nel XVII° secolo, dal vescovo Torres ed attribuita a Giovanni Vermexio. La cappella, a pianta poligonale, presenta una volta a botte con un ciclo di affreschi di Agostino Scilla (1657) e ospita sull'altare un ciborio di Luigi Vanvitelli (1752).

Dal fondo della navata destra si passa alla Cappella del Crocifisso, fatta edificare, a pianta rettangolare, dal vescovo Fortezza sul finire del XVII° secolo.

Uscendo dalla cappella si passa al presbiterio, distinto in due parti: la tribuna ed il coro. L'altare maggiore , di età barocca, attribuito a Giovanni Vermexio, ha per mensa un blocco dell'architrave del tempio, crollato col terremoto del 1693. Sull'altare vi è una tela raffigurante la Natività della Vergine .

Passando poi dalla navata sinistra, attraverso un'apertura che dall'esterno presenta una porta del tardo Rinascimento, si giunge su via Minerva.


Catania è il doppio di Siracusa e in questa città è presente il centro commerciale
EtnaPolis: Al suo interno contiene MediaWorld,Castorama,Carrefour e il Warner Village,Un cinema con 4 sale!

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E come dimenticare il nostro vulcano attivo: L'Etna!

Ecco una bellissima immagine: image


Palermo è il capoluogo della Sicilia, bellissima ma caotica!

Quella piccola cittadina che c'è nell'immagine è mondello dove si innalza il Monte Pellegrino!

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Allora che ne pensate?





 
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Jake Phobia
view post Posted on 5/5/2007, 15:51




creo una nuova sezione, VIAGGI
 
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Melody-Giorgy94
view post Posted on 5/5/2007, 20:54




Ok! Che ne pensi della sicilia?
 
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Jake Phobia
view post Posted on 5/5/2007, 20:56




belli solo il santuario della madonna delle lacrime e etnapolis. per il resto è meglio cb ;)
 
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Melody-Giorgy94
view post Posted on 5/5/2007, 21:10




Tutto il "mondo" dice che siracusa è la città + bella x i monumenti!

Da noi sono passati i greci....i saraceni! e poi non ricordo!
 
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Jake Phobia
view post Posted on 5/5/2007, 21:14




hmmm! secondo me è siena la + bella in assoluto!
 
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Melody-Giorgy94
view post Posted on 5/5/2007, 21:17




Ti sbagli! La sardegna è bella!
 
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Lauredian
view post Posted on 6/5/2007, 07:52




CITAZIONE
Ti sbagli! La sardegna è bella!

Magari la Sicilia nn la Sardegna XD
 
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Melody-Giorgy94
view post Posted on 6/5/2007, 08:10




Anche la sadegna!
 
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Imperio93
view post Posted on 6/5/2007, 13:59




1-Chi l' ha detto che Siracusa è la citta più bella?
Ma forse tu nn hai mai girato il mondo!
Persino Shaffausen in Germania, nonostante sia un paese più piccolo di Siracusa è più bello di Siracusa!
2-Ma hai fatto copia-incolla da Winkipedia? image image image image
 
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Melody-Giorgy94
view post Posted on 6/5/2007, 14:34




wikipedia no! da un altro sito! e comunque dicono che siracusa è+ bella xkè ha + monumenti storici e esempi di barocco come il palazzo vermexio palazzo beneventano e la chiesa di santa lucia attualmente risrutturata!
 
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Imperio93
view post Posted on 6/5/2007, 15:46




E ce squorc
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Comunque riguardo ai m.s. è mejo Roma!
Oppure Firenze!
 
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Melody-Giorgy94
view post Posted on 6/5/2007, 16:35




I romani in tempo antico hanno copiato tutto dai greci!
 
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Cicciopasticcio07
view post Posted on 6/5/2007, 20:17




Ed i Siracusani pure!
Però Roma è più bella di Atene! image image image
 
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Imperio93
view post Posted on 6/5/2007, 20:22




Bhe sei giovane Cicciopasticcio, ma hai le idee chiare!
 
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38 replies since 5/5/2007, 15:43   3103 views
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